giovedì 23 settembre 2010

omaggio

« Non piangete, piccoli miei; » diceva « ora vi racconto una bella storia proprio sul mangiare. C'era una volta un grandissimo leone, che era il più abile cacciatore che si fosse mai visto: non restava mai senza preda, ed era capace di uccidere qualunque animale della giungla, tanto rapido era il suo scatto e tanto terribili i suoi artigli. Andare a caccia gli piaceva molto, e per lui abbattere due o tre prede al giorno non era certo un problema. Ma lo infastidiva molto la corte di animali che pretendevano di nutrirsi sfruttando la sua abilità. Perfino agli altri leoni lesinava una parte; e addirittura si infuriava quando, per aiutarlo a finire il suo pasto, arrivavano iene, sciacalli, avvoltoi e nibbi... e anche uomini scimmia, perché questo succedeva quando anche noi vivevamo di carogne. "Il lavoro l'ho fatto tutto io" ruggiva il leone "e questi buoni a nulla si aspettano di goderne i frutti senza il minimo sforzo personale! Perché dovrei dividere con loro? Non dividerò!".
Ma così numerose erano le prede che ammazzava, che non riusciva assolutamente a mangiare tutta quella carne. Nessun leone poteva riuscirci. Allora si diede a sterminare gli animali spazzini, ma in tal modo riuscì soltanto a rendere più grande la montagna di carne da smaltire. L'unica maniera di tenere per sé tutta la carne, capì, era mangiarsela. Ci provò. Continuò a mangiare anche dopo essersi saziato completamente. Mangiò, mangiò e mangiò... Ben presto gli venne una tremenda indigestione. La sua vita diventò una tortura. Era ormai terribilmente grasso, ma guardava con maligna soddisfazione le iene e gli uomini scimmia che continuavano a seguirlo, seppure scornati. Continuò dunque a uccidere sempre più prede e a mangiare fino all'ultimo brandello di carne. Così morì giovane, ed essendo diventato enorme finì per offrire a iene, sciacalli, avvoltoi e uomini scimmia lo stesso banchetto che se li avesse invitati a mangiare con lui nel modo solito ».
« Di che cosa morì? » chiesero i bambini.
« Degenerazione adiposa del muscolo cardiaco, complicata da misantropia acuta » e così dicendo papà incrociò le mani sullo stomaco vuoto e mostrò a tutti come si possa andare a dormire tranquillamente senza cena.
tratto da "il più grande uomo scimmia del pleistocene"