martedì 13 maggio 2008

Omaggio a Charles Baudelaire

Questo articolo non vuole essere un'istigazione all'alcolismo: le controindicazioni dovute all'uso eccessivo di alcolici sono tante e tali (o come direbbe il mitico Apolo, ci sarebbe da parlare per ore!) che mi sta venendo voglia di scrivere qualcosa sugli effetti nel breve e nel lungo periodo. Forse un giorno lo farò... Ora vorrei più semplicemente far conoscere anche a voi un passo de “Lo spleen di Parigi” che ho letto per caso (in un libro di brocardi latini in uso nella prassi forense, sotto la voce in vino veritas...) e che a me è piaciuto. Buona lettura.
Bisogna sempre essere ubriachi. Tutto qui: è l'unico problema. Per non sentire l'orribile fardello del Tempo che vi spezza la schiena e vi piega a terra, dovete ubriacarvi senza tregua. Ma di che cosa? Di vino, di poesia o di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi. E se talvolta, sui gradini di un palazzo, sull'erba verde di un fosso, nella tetra solitudine della vostra stanza, vi risvegliate perché l'ebbrezza è diminuita o scomparsa, chiedete al vento, alle stelle, agli uccelli, all'orologio, a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che scorre, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, chiedete che ora è; e il vento, le onde, le stelle, gli uccelli, l'orologio, vi risponderanno:”E' ora di ubriacarsi! Per non essere gli schiavi martirizzati del Tempo, ubriacatevi, ubriacatevi sempre! Di vino, di poesia o di virtù, come vi pare”.
Tratto da “Lo spleen di Parigi”