domenica 8 marzo 2009

Poesia dello scantinato

Rispolverando vecchi fogli e fogliacci ho rinvenuto una poesia che avevo ormai quasi dimenticato. Si tratta di un componimento scritto senza rispettare una metrica particolare, ma pieno di storia e di passione. Un componimento che mette a nudo i lati più nascosti, fino a questo momento mai emersi, di un personaggio illustre; uno scritto che svela quei segreti che nessuno di noi avrebbe mai voluto conoscere. Insomma, un componimento-gossip, come quelli che vanno di moda adesso, frutto di una curiosità maniacale, viscida ed impicciona che si è insinuata negli animi dell'uomo di oggi, l'uomo che idolatra F. Corona e F. Costantino, l'uomo che vuole sapere quante volte il Presidente della Repubblica fa sesso con sua moglie e se l'ha mai tradita, l'uomo che non importa chi sei o se vali, l'importante è che crei scandali e scoop! E proprio oggi sfrutto tristemente l'occasione per dire grazie a Nicola, perchè la sua è stata la prima volta che l'impertinenza selvaggia e la mancanza assoluta di rispetto per chi ha donato molto alla cultura, alla storia e agli uomini hanno invaso anche il mondo della poesia, contaminando irreparabilmente l'arte e frantumando quella fragile e indifesa purezza di cui il poeta si è fatto portatore ed interprete nei secoli passati, fin dalla nascita del concetto di bellezza. L'umanità ti dice GRAZIE per aver distrutto tutto questo!

Poesia dello scantinato

Dietro la siepe mi trovavo
Oh destino amaro
Io con la mano lavoravo
Benchè io fossi avaro
Alle puttane non destinavo
Il mio coito mannaro
A Silvia destinavo
Il mio pensiero di mano
Non per un misero villano
Ma per Silvia
Della quale pensavo il suo ano
O Silvia
Per te inneggio questo peto
Che non sia più un segreto
Urlo verso la coltre
"VERSO L'INFINITO ED OLTRE"
Innafiando la pianta
Di una sostanza
Piena di speranza
E che canta
Il passero rimase solitario
Fino a quando non arrivò il mio amico Mario
Che mi illustrò che il mondo è vario
Non solo donne o vagine
Ma anche maschie pecorine
E a te Silvia ragazza di sostanza
Io dono la mia panza
E la mia gobba
Sopra a cui può mangiar la sbobba
E qui finisce il mio racconto.
Nicola B.

1 commento:

Anonimo ha detto...

sappi che con questa poesia mi posso paragonare benissimo a kerouac... cioè è troppo beat

nicola b